Con questo post il Blog di Padova esce per la prima volta dai confini provinciali e lo fa molto volentieri per segnalarvi un itinerario molto bello ed importante per la storia d’Italia. Nell’anno delle celebrazioni della Grande Guerra infatti sono stato invitato, assieme ad altri blogger, a percorrere una parte di un tracciato che si sviluppa lungo 30 km dal Ponte di Vidor a Ponte della Priula, nel trevigiano lungo la sinistra Piave e quello che durante la prima guerra mondiale era il fronte Austro-Ungarico.
La scelta del nome dell’itinerario così come quello dell’associazione che si occupa di manutenerlo e di promuoverlo è così caduta su “Da ponte a ponte” sul cui sito ufficiale (http://www.ww1daponteaponte.com/) potete ritrovare tutte le informazioni sul percorso ed i punti di interesse, la genesi del progetto, le foto storiche dell’epoca, i link utili. Trovate “Da ponte a ponte” anche su facebook ed instagram.
Reclutati da Valentina Facchin, blogger trevigiana della destra Piave di “Around and about Treviso” , oltre al sottoscritto hanno risposto alla chiamata anche “My corner of Italy” un blog sul Veneto in lingua inglese, “Una montagna di viaggi,”, il blog di viaggi in Italia”Grazie a te” di rivolto ad un pubblico brasiliano o di lingua portoghese, The Perfect House Blog. Viaggevolmente.
Accompagnati da alcuni membri dell’associazione Da Ponte a ponte siamo saliti sul Col Marcon passando in mezzo a vigneti di prosecco. Il paesaggio tutto intorno è dominato da una lunga distesa di vigneti sia in pianura sia sulle colline circostanti. Una volta in cima alla collina sacchi di sabbia disposti a semicerchio mostrano quella che era una trincea rivolta verso il Piave, anzi…la Piave. Storicamente il fiume, portatrice di vita è sempre stato considerato femminile, la Piave appunto, trasformato in maschile solo dalla retorica di guerra e fascista che mai avrebbe accettato di dare un nome femminile ad un fiume sacro alla Patria. La diffusione poi della canzone del Piave, “il Piave mormorò” scritta da E. A. Mario cancellò dalla memoria il nome originale del fiume che però noi ora vogliamo contribuire a recuperare.
Di fronte alla trincea quindi, sotto alla collina si vede quindi la Piave che per 10 mesi su 12 all’anno è un fiume con una portata d’acqua ridotta e al di là il Montello, la destra Piave. Corrado Callegaro, appassionato di storia della zona, ci ha quindi spiegato come le truppe italiane in fuga da Caporetto, dopo una serie di battaglie per arginare l’avanzata nemica si assestarono lungo la destra di Piave mentre su questa collina c’era l’esercito Austro-Ungarico che fu tenuto in questa parte del fiume da giovani eroi che combatterono e diedero la vita per impedire l’avanzata nemica in quella che passò alla storia come Battaglia d’arresto. Quando poi gli italiani si ritirarono dalla sinistra Piave il ponte di Vidor fu fatto saltare, il paese diviso in due e gli abitanti costretti ad abbandonare le proprie case visto che si trovavano sulla prima linea. Dal 10 novembre 1917 gli abitanti di quelle zone divennero profughi verso il Friuli o il bellunese e furono moltissimi i morti causati dalla fame. A Valdobbiadene esiste un monumento ai profughi.
Di fronte alla trincea quindi, sotto alla collina si vede quindi la Piave che per 10 mesi su 12 all’anno è un fiume con una portata d’acqua ridotta e al di là il Montello, la destra Piave. Corrado Callegaro, appassionato di storia della zona, ci ha quindi spiegato come le truppe italiane in fuga da Caporetto, dopo una serie di battaglie per arginare l’avanzata nemica si assestarono lungo la destra di Piave mentre su questa collina c’era l’esercito Austro-Ungarico che fu tenuto in questa parte del fiume da giovani eroi che combatterono e diedero la vita per impedire l’avanzata nemica in quella che passò alla storia come Battaglia d’arresto. Quando poi gli italiani si ritirarono dalla sinistra Piave il ponte di Vidor fu fatto saltare, il paese diviso in due e gli abitanti costretti ad abbandonare le proprie case visto che si trovavano sulla prima linea. Dal 10 novembre 1917 gli abitanti di quelle zone divennero profughi verso il Friuli o il bellunese e furono moltissimi i morti causati dalla fame. A Valdobbiadene esiste un monumento ai profughi.
Su questa collina l’associazione Da Ponte a Ponte ha recuperato e reso visibili alcune trincee e collocato pannelli informativi su quanto avvenne ormai quasi 100 anni fa. Sulla sommità un cippo commemorativo e una croce a memoria di un giovane soldato.
Altro punto di interesse dell’itinerario è la visita al monumento ossario nella cripta della Chiesa dedicata alla Beata Vergine Addolorata sul Colbertaldo, noto come Col Castello perchè qui sorgeva il castello di Vidor (appartenuto anche ad Ezzelino da Romano) e pure su questa collina sono visibili camminamenti, trincee, bunker scavati nella roccia, in realtà operazioni di difesa assai blande poichè il nemico non riteneva di dover farmarsi molto su questa linea, anzi, era convinto di poter oltrepassare presto la Piave visto che considerava l’esercito italiano finito dopo la “rotta” di Caporetto.
Scesi dalla collina da vedere è senz’altro l’Abbazia di Santa Bona a Vidor, sobria e semplice ma con un bellissimo chiostro fiorito. Dal parco la vista sulla Piave è splendida e, considerata la bella e calda giornata di sole un po’ di invidia nel vedere persone che facevano il bagno l’ho provata! Dopo una foto di gruppo abbiamo lasciato il parco ora privato dell’abbazia, non sempre aperta, e ci siamo avviati lungo una strada bianca in mezzo alla campagna per giungere di nuovo lungo le rive della Piave che nella bella stagione divengono irresistibili spiaggette dove fare il bagno, andare in canoa, prendere un po’ di sole, rilassarsi, organizzare pic- nic e barbecue in compagnia!
Il pranzo ci è stato gentilmente offerta dalla Pro Loco locale, un’ottimo pranzo che abbiamo divorato vista la fame che vien camminando! Non è mancato qualche bicchiere di vino, tempo di bere un caffè corretto “grappa” che siamo ripartiti per proseguire lungo il tracciato di “Da ponte a ponte”. Prima però sulle rive della Piave abbiamo incontrato il presidente dell’associazione Da Ponte a Ponte che ha poi consegnato ai bloggers un gradito omaggio: una bottiglia di prosecco di un’azienda del territorio, la Perlage wines che da 30 anni produce vino biologico con la memoria della tradizione e l’eleganza della modernità! A noi è stata consegnata una bottiglia di “Sgajo” vino organico e vegano!
Con l’occasione ci è stato segnalata la terza edizione di “Per la Piave” in programma il 30-31 maggio ed il 1-2 giugno. Una festa nata come raduno canoistico che è diventata una vera festa in omaggio al fiume e alla sua tutela e valorizzazione. Bambini e famiglie potranno scendere un breve tratto con il gommone da rafting mentre nel lungo fiume, nell’area attrezzata banchetti delle associazioni, concerti , spettacoli animeranno la festa. Martedi 2 giugno in collaborazione con l’associzione da Ponte a ponte ci sarà uno spettacolo teatrale dedicato alla Grande Guerra.
Con l’occasione ci è stato segnalata la terza edizione di “Per la Piave” in programma il 30-31 maggio ed il 1-2 giugno. Una festa nata come raduno canoistico che è diventata una vera festa in omaggio al fiume e alla sua tutela e valorizzazione. Bambini e famiglie potranno scendere un breve tratto con il gommone da rafting mentre nel lungo fiume, nell’area attrezzata banchetti delle associazioni, concerti , spettacoli animeranno la festa. Martedi 2 giugno in collaborazione con l’associzione da Ponte a ponte ci sarà uno spettacolo teatrale dedicato alla Grande Guerra.
Ovviamente trattandosi di un percorso di 30 km non potevamo percorrerlo ne vedere tutti i luoghi di interessi che si possono visitare nei dintorni come per esempio la linea dei Mulini o l’Isola dei morti a Moriago della Battaglia ma per tutte le info vi rimando al sito ufficiale. Nel primo pomeriggio il gruppo si è poi spostato nell’oasi naturalistica denominata “Fontane bianche” gestita dallo locale associazione di Legambiente.
Si tratta di una zona di risorgive dove l’acqua emerge dal sottosuolo generando rogge di acqua limpida di un temperatura costante di 10°. E’ possibile compiere un percorso ad anello addentrandosi nel bosco di pianura e seguendo splendide vie d’acqua corrente. Qui regna una pace assoluta e gli unici rumori sono quelli degli uccelli e dello scorrere delle acque. Di tanto ci sono dei punti di osservazione da dove è possibile fare birdwatching e scorgere le specie di uccelli che frequentano questo splendido posto. Per info sulle Fontane Bianche clicca qui.
Poi ci siamo spostati a Susegana (TV) in auto per intraprendere un percorso naturalistico. All’altezza dell’Osteria “Ciao bei” di via Mercatelli 5, nella frazione di Collalto, c’è un piazzale dove lasciar giù l’auto e dietro l’osteria parte una stradina in mezzo alla campagna che conduce ad un sentiero che porta giù verso il fiume Soligo poco prima che questo si immetta nella Piave. In una radura, a poche decine di metri dal fiume sorge l’imponente Chiesa di Sant’Anna, una chiesa molto antica immersa nel verde. Da qui inizia un percorso molto vario in mezzo al bosco ma sempre senza perdere di vista le acque della Piave. Anche qui si incontrano i pannelli informativi sul tracciato “Da ponte a ponte” e sulle vicende belliche della prima guerra mondiale. In questa zona la linea del nemico era davvero molto vicina , al di là del fiume e in questo bosco erano molti i soldati appostati. Addentrandosi nel percorso si giunge anche ad una grotta utilizzata come ospedale da campo. La si raggiunge percorrendo anche un tunnell e lungo un sentiero dal quale scende un piccolo rivolo d’acqua.
Insomma è stata una bellissima giornata percorrendo un percorso molto interessante e vario, un itinerario per riscoprire la storia che hanno vissuto i nostri nonni o bisnonni e che fa parte della memoria di questi luoghi. La memoria della Grande Guerra è legata alla Piave e a questi territori fin da allora, i cippi a memoria non mancano, i nomi del paesi richiamano quelle vicende, Nervesa della Battaglia, Sernaglia della Battaglia, Moriago della Battaglia e più a nord Vittorio Veneto quindi da queste parti il Centenario della Grande Guerra è particolarmente significativo.
Un ringraziamento ai ragazzi dell’associazione “Da ponte a ponte” per questo esempio di impegno, passione e cura per il proprio territorio, ideali propri di chi si sente parte di un mondo e che vuol dare il proprio contributo nel prendersi in carico una propria parte di partecipazione e di attivismo, come ad esempio quando ci hanno parlato di propositi folli quali l’idea di costruire una diga sulla Piave poiché due volte l’anno rischia di esondare su alcuni vigneti ed un ringraziamento a Valentina Facchin del blog Around & about Treviso per avermi invitato a conoscere questa bella realtà!
Alberto Botton
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