Nel corso delle giornate di scambio e di amicizia Italia-Austria si tiene un incontro a Santa Maria di Piave,ove viene ricordato l'Ospedale del Piave Santa Maria.
Maria dell’Ospedale del Piave, Santa | |
L’origine di questo insediamento è incerta in quanto la documentazione originale esistente risale al XII secolo e le uniche notizie sulla sua fondazione sono fornite da uno studioso del XVIII secolo, il Corner, secondo il quale nel 1009, all’epoca di papa Sergio IV, il popolo trevigiano prese l’iniziativa di erigere «in loco qui Talpone vocatur in territorio cenetensz» un hospitale per i pellegrini diretti in Palestina, al quale fu subito assegnato un Prior, a capo di una rete di ecclesiae in diverse località. La località Talpone, nell’antica diocesi di Ceneda, si identifica con un’area, presso il fiume Piave, quasi di fronte all’attuale Lovadina, nella frazione di Spresiano.
Ebbe la protezione pontificia, grazie a privilegi, nel XII secolo, ed essi riconfermavano l’importanza che aveva assunto tale insediamento, testimoniata anche dal fatto di possedere una fitta rete di dipendenze, quali punti di appoggio per i viaggiatori e di controllo del corso del Piave. Nel primo quarto del XIII secolo le sue condizioni economiche erano scadute, causa il fatto che venne meno la sua funzione di punto obbligato per i viaggi in Terra Santa, insieme a distruzioni dovute a guerre e passaggi di eserciti.
Papa Gregorio IX decise di incorporarla nell’Ordine cistercense,sottoponendola Papale del 24 aprile 1229 e all’abbazia di Follina; ciò fu ratificato con una Bolla confermato da un’altra del febbraio 1230. La carica abbaziale risulterebbe per la prima volta in un atto del 1231 e in un altro, del 25 gennaio 1238, è lo stesso papa a rivolgersi all’Abbas del Conventus et Monasterii S. Marie de Plavi
Nonostante la scarsità di notizie è quasi certo che anche dopo la costituzione in abbazia, essa continuasse ad assolvere lo scopo caritativo per cui era stata fondata e conobbe un nuovo periodo di floridezza economica. Sono minime pure le notizie sull’eccezionale piena del Piave degli anni 1363-68, che causò al monastero gravi danni e che, per alcuni storici, fu il motivo per il quale venne a situarsi sulla sponda destra del fiume, nell’ambito della diocesi trevisana invece che in quella cenetense.
Il XV secolo è prodigo di eventi per l’abbazia: infatti in tale arco temporale essa fu data in commenda, distrutta e ricostruita in una nuova sede. In merito alla Commenda, il primo documento a far riferimento ad essa è del 10 agosto 1400, dove viene indicato quale commendatario un membro della famiglia Collalto. Circa a metà secolo inoltre avvenne una nuova inondazione che costrinse i monaci cistercensi a trasferirsi in una nuova sede, nella diocesi trevigiana, come si rileva da una lettera dell’abate Venceslao diretta al podestà di Treviso, con cui si fa richiesta di esonero dalle tasse a seguito appunto degli oneri gravanti già sull’abbazia a causa della sua ricostruzione.
Nel 1490, dopo il periodo di commenda di Filippo Barbarigo, nuove difficoltà, attribuibili soprattutto ad un disagio interno, comportarono la sua incorporazione nel monastero delle Agostiniane di Santa Maria degli Angeli di Murano, ma fu mantenuta la diversità di comunità e di regola monastica e per Santa Maria del Piave fu stabilita la continuazione della comunità maschile. La difficoltà a reperire vocazioni e altri impedimenti economici ed amministrativi per l’autonomia monastica, fecero sì che iniziasse per Santa Maria del Piave la discesa della sua parabola storica. La comunità monastica cistercense, infatti, si estinse molto prima della Soppressione napoleonica del monastero di Murano.
Bibliografia
P.A. PASSOLUNGHI, L’hospitale-monasterium di S. Maria del Piave (secc. XI-XV), Treviso 1980 (“Marca Mobilissima”, 1);
P.A. PASSOLUNGHI, Due donazioni al monastero di S. Maria del Piave nel 1265 e nel 1267, in “Benedictina”, XXX (1983), pp. 209-215.
|
Nessun commento:
Posta un commento