Il
Monticano attraversa Conegliano, dove il "canale Refosso"
lo metteva in collegamento con il torrente Ruio.
Siamo
entrati in punta dei piedi nella pasticceria caffetteria Dolce Caffè
in via Lourdes. Un buon caffè (firmato da Lazzarin Cafè di Susegana
), un croissant alla crema da leccarsi letteralmente i baffi.
Dolce
Caffè innova il tradizionale modo di gustare dolci, pasticcini, e
caffè all’interno di uno spazio dal design minimal e
contemporaneo, con uno stile informale, ricercato e adatto alle
moderne esigenze. Il locale è affacciato su via Lourdes, appena
fuori dal centro storico e dispone anche di un giardino estivo lungo
uno dei piccoli fiumi che attraversano Conegliano, dove è un piacere
prendere il fresco d’estate. La qualità e la maestria nell’arte
della pasticceria sono garantite dall’esperienza. Il Dolce Caffè
ha aperto da qualche anno, ma è legato alla famiglia che gestisce
l’Alpago , una delle pasticcerie storiche e più rinomate della
città del Cima.
La
specialità della caffetteria sono naturalmente le paste, i
pasticcini, le torte preparate per le diverse occasioni (compleanni,
anniversari, feste di laurea, addii al celibato e al nubilato,
matrimoni), i semifreddi e i dolci tradizionali, come panettoni
artigianali, colombe, uova pasquali e focacce. Un vero must sono le
colazioni in grado di dare il perfetto buongiorno in qualsiasi
giornata. Inoltre al Dolce Caffè si possono gustare anche aperitivi
a base di prosecco, spritz, e drink della casa da accompagnare, oltre
che con il dolce, anche con il salato di pizzette, patatine,
tramezzini.
Passa
il tempo, scorrono le ore e una sosta all'Antica Trattoria Piave di
Piazza Sant'Antonio, è uno dei riti ai quali piacevolmente non ci
sottraiamo. Un'onda di cicchetti alla veneta, ben innaffiati da vini
generosi e una cucina da sempre casalinga, rappresentano per davvero
il meglio di questa osteria di sempre.
Tutti
i giorni in base alle stagioni potrete provare, sia al banco sia a
tavola, una selezione dei cicchetti: frittura di pesce, sarde in
saor, polenta e baccalà alla vicentina, polenta e musetto, polpette
fritte e/o in umido, ecc. Tutti i giorni a pranzo dal lunedi al
venerdi è possibile gustare alcuni piatti veneti tra i quali pasta e
fagioli, bollito, baccalà, trippe .
I
ricordi della piena del Monticano, la vecchia caserma dei vigili del
fuoco, i luoghi della nostra infanzia : tutto sembra suggerire un
ritorno all'antico.
L'osteria
come luogo dei nostri desideri, una sorta di tempio laico, ove si
discute si parla si comunica, al di fuori delle uggiose abitudini di
una società inamidata.
Ma
corriamo per un attimo verso la Chiesa di San Martino.
La
chiesa dei Santi Martino e Rosa (in veneto locale Cesa de San Martin)
è un edificio sacro di Conegliano, situato nel piazzale omonimo, con
la facciata rivolta verso il Monticano.
Luogo
sacro di antica origine, già presente nella prima metà del XIV
secolo legata a un monastero, la Chiesa di San Martino è stata
ricostruita per volontà della comunità dei frati domenicani tra
1674 e 1730, quando assunse l'aspetto che ancora oggi la
caratterizza.
Due
episodi interessarono la chiesa nel primo Novecento: il primo
riguarda la non realizzazione della facciata che l'architetto
Vincenzo Rinaldo, autore della facciata della Chiesa dei Santi Rocco
e Domenico, era impegnato a progettare, cosicché il prospetto
principale restò disadorno; il secondo episodio invece segna la
storia della chiesa in modo irreversibile: durante i bombardamenti
della Grande Guerra l'edificio venne colpito in molte sue parti,
cosicché la parrocchia dovette attivarsi nella ristrutturazione
dell'edificio nella sua totalità.
Oggi
la Chiesa dei Santi Martino e Rosa si incontra, maestosa, nella
piazza omonima, dopo aver passato il ponte sul Monticano, fiume verso
il quale la chiesa guarda.
Dal
1921 è retta dai Giuseppini del Murialdo, il primo ordine religioso
che vi entrò dopo che Napoleone aveva fatto chiudere il convento nel
1806.
Nel
piazzale vi è uno dei maestri (a parer nostro e dei coneglianesi),
della norcineria veneta. Eugenio Montagner, nella sua salumeria
macelleria, propone da anni il meglio delle carni venete, aiutato
ormai dalla seconda generazione di famiglia ( il figlio Davide).
Cresciuto negli anni con il semplice passaparola e la stima dei
consumatori,Eugenio ha 'popolato' la sua bottega di sopresse
deliziose.
Le
soppresse, così come musetti, salami e altri insaccati, venivano
preparati presso le famiglie contadine dall’esperto del luogo. Dopo
l’uccisione del maiale si provvedeva alla lavorazione della carne e
alla preparazione dei vari prodotti. Era quello un periodo di intenso
lavoro comunitario ma anche di grande festa e abbondanza. Vari
documenti testimoniano che già nel 1800 tali prodotti venivano
appesi per 8-10 giorni nelle cucine in presenza di un braciere
acceso, allo scopo di asciugare il prodotto fresco. Dopo questo breve
periodo essi venivano posti in cantina o in un sottoscala fresco e
sterrato per la conservazione.
La
stagionatura fa assumere esternamente alla soprèssa il colore prima
biancastro e poi grigio-marrone scuro della muffa di cui si ricopre.
Al taglio, la carne appare di colore rosso tendente al rosaceo, con
la caratteristica irregolare marezzatura bianca dovuta alla
componente di grasso che avvolge la parte proteica.
Giusto
accanto alla Macelleria Montagner, addentratevi pure nel negozio
dell'Ortofrutta San Martino di Stefano Cettolin. Qualità, servizio
cortese e un mondo di delizie vi attendono.
Niente
male le paste e i prodotti di 'complemento', che certamente non
troverete nei supermercati.
In Borgo Madonna un salto alla panetteria Pellegrinet, vi farà incontrare con le produzioni artigianali
autentiche. Recentemente 'paron' Gianni ha introdotto nella sua attività il forno a pellet a cottura ecologica.
I consumatori sono sempre più sensibili all’ecologia e al rispetto ambientale. Cuocere in modo ecologico è un valore che si aggiunge a quelli che Gianni Pellegrinet offre con la bontà del proprio prodotto.
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