giovedì 29 ottobre 2015

AGRICOLTURA BIOLOGICA: FA BENE ALL'UOMO, TUTELA L'AMBIENTE. La case history marchigiana, regione all'avanguardia.

Vinitaly 2015 ha ospitato quest’anno oltre 170 aziende produttrici di vino certificate bio, sei provenivano dalla Regione Marche: l'azienda agrobiologica San Giovanni, la cantina Offida e la società agricola Ciù Ciù, tutte nel Comune di Offida (Ascoli Piceno), la società agricola Pievalta a Maiolati Spontini (Ancona) e l'azienda vinicola Costadoro a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno).

Oggi, tra i prodotti biologici possiamo dunque annoverare anche il vino. … ma cosa significa “Vino biologico”? Lo abbiamo chiesto ad alcuni esperti, intervenuti ai “Giovedì del Gusto” organizzati a Milano da Regione Marche per presentare le eccellenze enogastronomiche marchigiane.

Il vino biologico è un prodotto che deriva da un metodo di coltivazione con regole ben precise, che esclude l’uso di antiparassitari o concimi chimici di sintesi.
Per la fertilizzazione dei terreni, ad esempio, sono impiegati concimi organici, e per la difesa delle coltivazioni da parassiti, si agisce preventivamente rinforzando le piante (ad esempio con concimazioni equilibrate), in modo diretto con trattamenti antiparassitari di origine naturale (es. rame, zolfo, estratti di piante, ecc.) o impiegando la lotta biologica (uso di organismi viventi antagonisti dei parassiti).

La differenza tra vino “tradizionale” e biologico è sostanzialmente nell’assoluta mancanza di sostanze chimiche. Contiene inoltre più sostanze utili per l’organismo umano, come il resveratrolo che numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato essere un protettivo per il sistema cardiocircolatorio.

Perché dunque scegliere un vino prodotto con uve ottenute da Agricoltura Biologica? Perché è sinonimo di qualità, genuinità e perché tutela la salute del consumatore e dell’agricoltore, rispettando e salvaguardando l’ambiente.
Finalmente l’8 febbraio 2012, il Comitato per la regolamentazione sull’Agricoltura Biologica dell’Unione Europea (SCOF – Standing Committee on Organic Farming) ha votato una legislazione comunitaria europea specifica che normasse la trasformazione delle uve a vino biologico. Dal 1 agosto 2012 è entrato in vigore il nuovo Regolamento che, oltre a normare tutte le tecniche di vinificazione biologica, permette di confezionare i vini dichiarando in etichetta “vino biologico” e non più “vino da uve biologiche” e la possibilità di utilizzare il logo europeo che identifica il prodotto biologico in tutto il mondo.

lunedì 26 ottobre 2015

Il valore della filiera: l’esperienza di Enzo Rossi – La Campofilone

Durante gli incontri dei “Giovedì del Gusto” di Regione Marche abbiamo spessissimo sentito parlare di filiera, di piccole aziende marchigiane che, singolarmente, conferiscono le materie prime utili alla produzione di pasta e concorrono tutte insieme alla realizzazione di prodotti eccellenti, sani, sicuri tracciabili.
Ma parlare di pasta è riduttivo …. L’azienda Campofilone si è organizzata al proprio interno secondo un’”involuzione culturale controllata” ed è quindi tornata a produrre come alla fondazione del 1912.
Ha acquistato 120 ettari per prodursi il grano, un pollaio di 1000 mq, dove vivono ben 7000 galline, per prodursi le uova.
Il grano è salubre, naturale, non trattato con fitofarmaci, pesticidi, usando concimazione organiche, un quantitativo piccolissimo di azoto con un pochino di anidride solforosa, per disinfettare il terreno e le foglie e, soprattutto, aumentare la tenacità del glutine nella pasta.
Le galline si nutrono con mangimi naturali, solo cereali, devono vivere bene e non essere schiave. Infatti vivono ben più di 2 anni e poi vengono regalate al vicinato, perché si possa godere ancora qualche bell’uovo fresco.
Grazie a tutto ciò i maccheroncini di Campofilone sono certificati QM, Qualità Marche e sono tracciabili, sicuri e buonissimi.
L’azienda ha infine avviato una collaborazione con due università, ed è stata fatta una ricerca su 60 persone sane, che mangiando 70 gr di pasta hanno sviluppato emissioni insuliniche del 50/55% inferiori rispetto all’assunzione degli zuccheri. Questo dimostra che anche i diabetici potrebbero permettersi un poco di pasta, con grande piacere anche per lo spirito.

giovedì 15 ottobre 2015

FRESCHISSIMO O FREDDISSIMO: DAL CAMPO ALLA TAVOLA. Ortaggi: Le Marche leader nella III e IV Gamma

Nel nostro correre quotidiano spesso, nel fare la spesa al supermercato, si acquistano insalate già pronte ed imbustate per risparmiare tempo nel "mettere in tavola".Ci siamo mai chiesti quale prodotto stiamo veramente acquistando? Ai “Giovedì del Gusto” di Regione Marche sono state presentate le peculiarità di queste verdure, coltivate appunto sul territorio marchigiano, denominate di IV gamma e nate dalla necessità di soddisfare le richieste di una clientela sempre più rigorosa, di un consumatore sempre più attento ed esigente.I mix di prodotto sono belli da vedere e buoni da gustare: insalata poker con carote, con finocchi, con cipolla o 4 gusti; cuore di scarola, cuore di riccia, rucola, insalata mista, carote per insalata sono solo alcune delle buste che possiamo acquistare nella GDO con assoluta tranquillità, perché il processo di produzione e il confezionamento segue rigidi disciplinari al fine di garantire, la freschezza, la qualità è la bontà dei prodotti.Tutto il ciclo produttivo e di confezionamento viene realizzato in azienda con l'ausilio di macchinari e supporti informatici che rendono, in ogni fase della lavorazione, costantemente efficace il sistema di rintracciabilità che permette in qualsiasi momento di risalire ai lotti di provenienza della materia prima impiegata ogni giorno. Infine una efficiente rete distributiva, dotata unicamente di mezzi refrigerati, rende possibile recapitare ai punti vendita il prodotto in busta entro le 24 ore dal momento della raccolta sul campo. Tutto al fine di portare sulle nostre tavole prodotti di ottima qualità, freschi fragranti e sicuri.

     
     
     

venerdì 9 ottobre 2015

OLIO, ENERGIA PER LA VITA. Gli oliomonovarietali marchigiani e…. non solo

Nel contesto dei “Giovedì del Gusto”, organizzati da Regione Marche in occasione di Expo 2015, un appuntamento è stato totalmente dedicato all’olio, in particolare all’olio monovarietale, protagonista della Rassegna Nazionale Olii Monovarietali, giunta quest’anno alla 12° edizione.
L’olivo è radicato da secoli nel territorio marchigiano. Si parla dell’olio di oliva delle Marche e della sua qualità già nel periodo medievale, più precisamente nel periodo delle Signorie, quando “l’olio de Marchia” doveva essere separato dalle altre produzioni similari per essere rivenduto a un prezzo superiore in virtù del suo colore e sapore.
La ricchezza dell’olivicoltura marchigiana è oggi legata a un patrimonio genetico estremamente variegato; le numerose varietà autoctone caratterizzano fortemente il prodotto marchigiano e lo arricchiscono di storia, cultura, tradizione e paesaggio. Tali varietà sono diffuse da secoli in areali circoscritti e si sono adattate nel tempo alle caratteristiche climatiche e pedologiche locali.
Oggi il settore si distingue per una forte vitalità, un sempre maggiore numero di imprese che producono e confezionano ed un’attenzione crescente alla qualità.
Nel 2004 è stata riconosciuta dall’Unione europea la DOP Cartoceto, prima Denominazione di Origine Protetta per l’olio extravergine di oliva nelle Marche, nel 2006 è stata riconosciuta, a cavallo tra le province di Ascoli Piceno e di Teramo, la DOP per l’oliva da mensa Oliva Ascolana del Piceno.
Infine grazie al QM-Qualità Marche, il marchio regionale di qualità, molti oli possono fregiarsi della certificazione di olio monovarietale autoctono marchigiano. Anche l’IGP Marche è un progetto in dirittura d’arrivo.