venerdì 23 febbraio 2024

Borghi d’Europa e la collaborazione informativa con il Parlamento Europeo – Martina Franca, in Puglia

 


L’iniziativa è inserita nel progetto che Borghi d’Europa porta avanti in collaborazione con il Parlamento Europeo e che rinnova ogni cinque anni la scelta dei luoghi da valorizzare e far conoscere.

In occasione delle elezioni europee 2024 (così come era avvenuto nel 2019), la rete di informazione Borghi d’Europa rinnova infatti la selezione dei Territori da inserire nei progetti del prossimo quinquennio.

In collaborazione con il Parlamento Europeo e la sua community insieme-per.eu Borghi d’Europa accompagna le azioni delle istituzioni europee affiancandole nel sollecitare la partecipazione dei cittadini dei Borghi alla consultazione europea.

insieme-per.eu è una comunità di persone che credono nella democrazia e che vogliono darle un significato reale con l’avvicinarsi delle prossime elezioni europee. Mette in contatto persone provenienti da tutta Europa perché possano incontrarsi, condividere conoscenze e acquisire nuove competenze, incoraggiando nel contempo altre persone a votare nel 2024.

In Puglia, ecco il borgo di Martina Franca.

https://www.iborghiditalia.com/italia/puglia/taranto/martina-franca/embed/#?secret=CZCBRmHNyH#?secret=TifWXznkaD

“Nel X secolo i saraceni asserragliarono la Puglia, partendo dall’alto fino a giungere al punto più estremo della regione. Senza pietà e senza scrupoli incendiarono città, distrussero monumenti sacri ed uccisero uomini e bestie. I villaggi che incapparono in quest’incubo uscirono distrutti e decimati, molti uomini vennero uccisi e molti altri riuscirono a scappare e a trovare riparo in grotte sperdute o in luoghi isolati. È il caso di un gruppo di profughi che da Taranto si rifugiarono sul Monte San Martino; a loro ben presto si aggiunse un gruppo di pastori nomadi ed insieme diedero vita al primo nucleo abitativo di Martina Franca.

Le prime fonti scritte che attestano ufficialmente la nascita del borgo risalgono al 1300, anno in cui Filippo d’Angiò offrì franchigie a chiunque venisse a risiedere in questo luogo: per questo divenne “Franca”. Il nome originario “Martina”, in questi anni si arricchisce con l’aggiunta di questo aggettivo, che perderà pochi anni dopo e riacquisterà solo dopo il 1861.

Nel timore di subire scorribande di barbari e pirati, Martina Franca, sotto la dominazione angioina, decide di racchiudere il suo centro abitato all’interno di una spessa cinta muraria. Oggi di questa struttura difensiva sono rimaste in piedi solo alcune porte d’accesso, tra le quali spicca quella di Santo Stefano che è il varco d’accesso al centro storico.

Nel XVI secolo il feudo di Martina Franca passa nelle mani dei duchi Caracciolo di Napoli. Questa famiglia rappresenta la chiave di volta dell’arco di crescita del borgo, infatti nella seconda metà del 1600, con il duca Petracone V Caracciolo, a Martina Franca c’è un importante slancio architettonico ed è proprio in questo periodo che viene edificato il Palazzo Ducale. Anche la Basilica di San Martino viene edificata sotto la guida della famiglia Caracciolo, ma bisogna spostarsi di qualche anno, nel 1747, quando il duca Francesco II pose la prima pietra per la costruzione del luogo sacro. Il secolo dei lumi rappresenta per la città un altro importante periodo di crescita urbana ed economica, favorita dallo sviluppo dell’allevamento e dell’agricoltura che in quel periodo erano le attività principali. Nonostante i benefici che la famiglia napoletana ha portato a Martina Franca il popolo non sempre ha accolto con favore la presenza dei duchi: nel 1646 un fabbro conosciuto con il nome di Capo di Ferro ha guidato una protesta che si è conclusa con un nulla di fatto e i Caracciolo hanno tenuto il feudo fino al 1827.

Durante gli anni del Risorgimento questo borgo è stato animato da idee liberali. “

I giornalisti di Borghi d’Europa avevano inserito il capoccollo della Famiglia Cervellera

nel Percorso Internazionale, la Via dei Norcini.

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sabato 17 febbraio 2024

Borghi d'Europa e la collaborazione informativa con il Parlamento Europeo – La Via di San Martino e i Percorsi della Fede a Spresiano

 



Siamo a Spresiano, per uno degli incontri dei Percorsi della fede, la Via di San Martino.


"San Martino di Tours è uno dei santi cristiani più noti e riconoscibili – commenta Laura Panizutti, consulente finanziario e patrimoniale -,e viene venerato dal IV secolo. Era il vescovo di Tours, e il suo santuario in Gallia/Francia era la meta di un pellegrinaggio importante nell’alto medioevo quanto quello a Roma, prima di diventare un famoso punto di sosta per i pellegrini diretti verso Compostela. Per tutta la sua vita il santo ha sempre viaggiato in Europa, lasciando un’impronta significativa nella nostra memoria collettiva. La Via Sancti Martini collega varie città europee importanti per la vita di San Martino e altre caratterizzate dal patrimonio architettonico legato al suo culto, con migliaia di monumenti dedicati al santo, ivi comprese quattordici cattedrali! Questi siti vantano anche un patrimonio immateriale che sopravvive sotto forma di leggende, tradizioni e folklore. "


La serata, che si svolge nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura patrocinato

dalla IAI-Iniziativa adriatico ionica e gode anche del Patrocinio del Comune di Spresiano, è inserita nel progetto che Borghi d'Europa porta avanti in collaborazione con il Parlamento Europeo e che rinnova ogni cinque anni la scelta dei luoghi da valorizzare e far conoscere.


In occasione delle elezioni europee 2024 (così come era avvenuto nel 2019), la rete di informazione Borghi d'Europa rinnova infatti la selezione dei Territori da inserire nei progetti del prossimo quinquennio.

In collaborazione con il Parlamento Europeo e la sua community insieme-per.eu Borghi d'Europa accompagna le azioni delle istituzioni europee affiancandole nel sollecitare la partecipazione dei cittadini dei Borghi alla consultazione europea.


insieme-per.eu è una comunità di persone che credono nella democrazia e che vogliono darle un significato reale con l'avvicinarsi delle prossime elezioni europee. Mette in contatto persone provenienti da tutta Europa perché possano incontrarsi, condividere conoscenze e acquisire nuove competenze, incoraggiando nel contempo altre persone a votare nel 2024.


Annota lo storico Pierangelo Passolunghi :


"S. Maria del Piave, antico ospedale sorto presso un'importante zona di guadi sul medio corso del fiume. Inizialmente si trattò di una chiesa con funzioni ospedaliere affidata ad una comunità di cui non si conosce la regola professata. Nato o rinato attorno al Mille nel fervore della ripresa religiosa e commerciale,fra i suoi compiti c'era l'ospitalità a viandanti,pellegrini e mercanti che guadavano il Piave. Sorto all' incrocio tra le vie ungarica e alemanna presso un boschetto di pioppi in località (appunto) Talpon non distante da Mareno, l'ospedale aveva accresciuto la propria importanza all'epoca delle Crociate allorché si era trovato sul percorso via terra per la Palestina. Nel 1120 i conti di Treviso, di Colfosco, di Ceneda ed i signori da Montaner ne avevano congiuntamente fatto oggetto di importanti donazioni e ben presto, a garantirne la protezione dagli appetiti degli ordini militari che ne avevano tentato il rilevamento, erano arrivate le bolle di protezione papale. Fra le chiese dipendenti per lo più dislocate lungo il Piave che papa Lucio III nel 1177 aveva posto nel patrocinioapostolico, ne figuravano pure alcune presso il Livenza: si trattava in quest'ultimo caso delle cappelle di Santo Stefano di Meschio (Pinidello) e San Gottardo di Cordignano. Poichè agl'inizi del Duecento, l'ospedale risultava in piena decadenza spirituale e materiale, nella primavera del 1229 papa Gregorio ne aveva disposto la riforma, affidandolo al controllo dell'abate di Follina. L'arrivo di monaci del non distante monastero della pedemontana produsse gli effetti desiderati, inducendo quelli che vi vivevano già ad accettare la regola cistercense tanto che ben presto la casa plavense potè riprendersi.La perdita d'importanza rispetto ai flussi verso la Terra Santa del secolo

precedente e i distruttivi passaggi d'eserciti dovuti alle continue guerre che tra Due e Trecento coinvolsero la Marca gravando sui guadi, finirono però col farsi ben presto sentire in forma negativa. I maggiori danni venne però ad arrecarli il Piave con le sue piene distruttive: nel 1368 un' onda del fiume più violenta del solito completamente circondò l'area ove sorgevano le fabbriche, riducendolo ad isola. Sorto in diocesi di Ceneda sulla sponda sinistra, il monastero si trovò così in

mezzo al guado, tanto che finì col venir indicato appartenere ora alla diocesi di Ceneda, ora a quella di Treviso. Colpito da ulteriori inondazioni, ed ormai in piena crisi vocazionale, a metà Quattrocento subì una pesantissima distruzione che lo abbattè dalle fondamenta. Il commendatario Venceslao da Porcia ne ricercò nel 1459 pronta riedificazione presso la più sicura riva destra a

Lovadina, ma essendo le nuove fabbriche rimaste vuote per mancanza di monaci, a fine secolo il suo beneficio economico venne unito alle monache di S. Maria degli Angeli di Murano."



sabato 3 febbraio 2024

RIVANAZZANO TERME IN OLTREPO’ PAVESE e le iniziative di Borghi d'Europa - La collaborazione con il Parlamento europeo e la sua community insieme-per.eu



 

 




In occasione delle elezioni europee 2024 (così come era avvenuto nel 2019), la rete di informazione Borghi d'Europa rinnova la selezione dei Territori da inserire nei progetti del prossimo quinquennio.

In collaborazione con il Parlamento Europeo e la sua community insieme-per.eu Borghi d'Europa accompagna le azioni delle istituzioni europee affiancandole nel sollecitare la partecipazione dei cittadini dei Borghi alla consultazione europea.


insieme-per.eu è una comunità di persone che credono nella democrazia e che vogliono darle un significato reale con l'avvicinarsi delle prossime elezioni europee. Mette in contatto persone provenienti da tutta Europa perché possano incontrarsi, condividere conoscenze e acquisire nuove competenze, incoraggiando nel contempo altre persone a votare nel 2024.




Rivanazzano Terme è un comune dell’Oltrepò Pavese, situato vicino al torrente Staffora e confinante con Voghera, Salice Terme e Retorbido, noto per essere una località termale dalle acque sulfuree, molto indicate per la cura dell’apparato respiratorio e vascolare.

Il nome del Comune attuale è stato assunto nel 2009, dopo un positivo riscontro della cittadinanza al Referendum inerente all’aggiunta del termine “Terme”, mentre il solo nome Rivanazzano risale al XIX secolo.

Tuttavia, la storicità di questo borgo porta al 1006, quando era già conosciuta la località di Vico Lardario con la Chiesa Parrocchiale di San Germano.facente parte della Diocesi di Tortona.

Altri due luoghi d’interesse storico culturale del paese sono la Torre di Rivanazzano, a pianta pentagonale  e il Castello di Nazzano, fortificazione dell’XI Secolo, inizialmente di possesso dei Malaspina, che controllavano il transito sulla Via del Sale Lombarda lungo il corso dello Staffora.

A Rivanazzano però, oltre alla storia e al benessere termale, un turista può anche gustarsi i piatti della tradizione locale dell’Albergo e Ristorante Selvatico, esistente sin dal 1912 e giunto oggi alla quarta generazione di conduzione familiare.

Al Selvatico si possono riscontrare qualità, eleganza e cordialità: una cucina del territorio (magnifici i loro Malfatti, Piatto del Buon Ricordo!) con cura dei prodotti a Km 0 da parte  della Titolare Piera Spalla Selvatico coadiuvata dalla figlia Michela e un servizio di sala eccellente, specialmente nella scelta dei vini, da parte di Francesca Selvatico e del marito Sergio Daglia.

Va ricordato che Piera Spalla Selvatico è Cuoca membro dell’Alleanza Slow Food, mentre il locale fa parte dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo e di Tavole OltrePo, Associazione composta da Ristoratori che credono nella valorizzazione del territorio.

Dopo aver visitato più volte il Paese e aver provato i piatti (ottimamente abbinati ai vini dell’Oltrepò) del Selvatico, i giornalisti e comunicatori del’Italia del Gusto hanno deciso che Rivanazzano Terme entrerà nella rinnovata Rete dei Borghi Europei del Gusto di questo inizio 2024, partecipando alle iniziative di collaborazione informativa di Borghi d'Europa con il Parlaneto Europeo.

Così va bene!

Borghi d’Europa e le iniziative in collaborazione con il Parlamento Europeo – Il Percorso I Mulini del Gusto e le Vie del Pane : il mays ottofile di Roccacontrada (Arcevia-Marche)


Borghi d’Europa e le iniziative in collaborazione con il Parlamento Europeo – Il Percorso I Mulini del Gusto e le Vie del Pane : il mays ottofile di Roccacontrada (Arcevia-MarcIn occasione delle elezioni europee 2024 (così come era avvenuto nel 2019), la rete di informazione Borghi d’Europa rinnova la selezione dei Territori da inserire nei progetti del prossimo quinquennio.

In collaborazione con il Parlamento Europeo e la sua community insieme-per.eu Borghi d’Europa accompagna le azioni delle istituzioni europee affiancandole nel sollecitare la partecipazione dei cittadini dei Borghi alla consultazione europea.

insieme-per.eu è una comunità di persone che credono nella democrazia e che vogliono darle un significato reale con l’avvicinarsi delle prossime elezioni europee. Mette in contatto persone provenienti da tutta Europa perché possano incontrarsi, condividere conoscenze e acquisire nuove competenze, incoraggiando nel contempo altre persone a votare nel 2024.

Il Percorso Internazionale I Mulini del Gusto e le Vie del Pane propone un viaggio del gusto alla scoperta di antichi grani della tradizione regionale italiana.

“Ecotipo autoctono del territorio di Arcevia (An), prende il nome dall’antico nome della città, Roccacontrada, e dalla varietà antica ottofile adattatasi nel tempo in questa area e qui coltivata fino alla metà del secolo scorso. Questo mais infatti ha le cariossidi disposte a coppie sulla spiga formando, appunto, otto file. Storicamente macinata a pietra nell’antico mulino ad acqua sulle rive del fiume Misa a Magnadorsa di Arcevia, la spiga ha colore rossiccio.

Il mais ottofile era una delle varietà più usate nella cucina povera locale, in particolare per la preparazione di polente e gallette di mais. Ha un profumo intenso, un sapore gradevole e interessanti proprietà nutrizionali, poichè ricco di fibre e carboidrati a basso indice glicemico.

Negli anni la varietà venne sostituita da nuove varietà ibride molto più produttive, ma più insipide e con minori qualità organolettiche. Il mais ottofile, infatti, ha un sapore molto gustoso e intenso, con eccellenti qualità organolettiche sia a crudo che nelle varie preparazioni in cucina”

Il Mays Ottofile di Roccacontrada è un antico mais riscoperto nel 2005 da Marino Montalbini, con il contributo scientifico del Diparimento di Scienze degli Alimenti (Di.S.A.), area di Genetica Agraria, dell’Università Politecnica delle Marche.

La ricetta del pane con la farina di mays ottofile comprende : acqua,lievito naturale,farina bianca,sale,olio e miele.